venerdì 21 maggio 2010

sillabario del gentiluomo- studio per



1 commento:

  1. Giovedì 27 maggio ore 21,
    Unione Culturale, via Cesare Battisti 4b, 10123 Torino
    partecipazione libera e gratuita fino ad esaurimento posti

    Piccola anteprima in forma di Studio
    SILLABARIO del GENTILUOMO
    (degli anni ’10, e oltre!)
    Scritto diretto ed interpretato da Marte Costa
    con Martina Trezza, Elda Adriano, Valeria Bugni, Anna Gaia

    Ambendo nientemeno a riscriverli e reinventarli a suo modo, Marte Costa, giusto nei suoi titoli e spunti di partenza, ha finora frequentato i classici: di solito sono morti, non possono ribellarsi a frequentazioni indegne o sgradite...
    Epperò nei, lunghi, tempi bui, è necessario assumersi ulteriori responsabilità, prendere iniziative, immaginarsi in proposte, esporsi ancor di più: per la prima volta dunque scrive ex novo un piccolo testo teatrale, sempre naturalmente anche sostanziato con brani musicali originali, ed opta per un paradossale monologo a più voci, spettacoluccio utile -si spera- ed economico -si certifica-. Anche qui parte però dall’essenza, dall’abc: ecco quindi il suo abbecedario, sillabario in buon’ ordine alfabetico, decalogo mini dizionario essenziale (appena un poco, purtroppo non abbastanza, autobiografico), che molto sonoramente e pindaricamente allitterando, evoca prerequisiti base e minime qualità del gentiluomo o gentildonna, che sarebbero a suo, umile ma non modesto, avviso, ottimo viatico per gli anni ‘10, e, spera, oltre.
    La proposta lessicale, ma soprattutto rivolta al vivere quotidiano, è talvolta radicale, ma trattasi infine di un avan, spettacolo, giacché sarete voi tutti a dare il vero spettacolo... qualora vogliate scegliere tra queste o migliori altre vostre, parole chiave, verbi e, minime, qualità… ed autoproclamarvi così (gentil) uomo.
    www.martecosta.com



    Un mattatore (mattoattore), un novello petroliniano Gastone, un Cyrano che verseggia e vive il suo assoluto nel quotidiano senza naso finto (che non serve), un guitto saltimbanco che salta i pasti piuttosto che perdere l’amor, proprio e altrui, ed anche ed addirittura un eroe tragico, che desidererebbe tuttavia condividere la personale tragedia e tramutarla così in collettiva proposta.
    Scena nuda, vestita però da una vocalità attorale dispiegata in ogni colore e sfumatura e da ampia mimicità, dove aulica, dove buffonesca, insieme a bislacchi movimenti coreografici.
    Come sempre poi i brani originali, composizioni arrangiamenti e liriche scritte appositamente dall’autore, sono momenti di sintesi e slancio mai domo, dal fortissimo al pianissimo interpretati insieme alla leggiadria delle quattro cantattrici.

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